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		  La storia dei re Magi è 
		una leggenda che nasce molto lontano, in terre esotiche e ricche di 
		antiche tradizioni, ispirata all'oracolo di Balaam, identificato con 
		Zoroastro, che aveva annunciato che un astro sarebbe spuntato da 
		Giacobbe e uno scettro da Israele. 
		I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo 
		che parla dei Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il 
		regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei. 
		Tutte le notizie che abbiamo sui Magi ci vengono dai Vangeli Apocrifi e 
		da ricostruzioni e ragionamenti postumi. 
		Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l'oro, 
		l'incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per 
		alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, 
		Sem, Cam e Iafet.  
		 
		Il nome dei Re Magi 
		 
		Un aspetto della storia dei magi è il loro nome.  
		La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre 
		e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi.  
		Nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, sono stati rinvenuti i 
		nomi di Gaspar, Melechior e Bathesalsa. 
		Melchiorre sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da 
		Melech, che significa Re. 
		Baldassarre deriverebbe da Balthazar, mitico re babilonese, quasi a 
		suggerire la sua regione di provenienza. 
		Gasparre, per i greci Galgalath, significa signore di Saba. 
		Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo:"...in 
		Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che 
		andaron ad adorare Dio quando nacque..."  
		Secondo numerose leggende i tre magi giunsero a Betlemme 13 giorni dopo 
		la nascita del Cristo. 
		 
		L'origine dei Re Magi 
		 
		 Originari dell'altopiano iranico i magi 
		erano sciamani legati al culto degli astri e, successivamente, sacerdoti 
		del dio Ahura Mazda il protettore di tutte le creature. 
		Studiosi di astronomia, seguendo la lettura del cielo, avevano 
		riconosciuto in Cristo uno dei loro "Saosayansh", il salvatore 
		universale, diventando così loro stessi, "l'anello di congiunzione" tra 
		la nuova religione nascente, il cristianesimo, e i culti misterici 
		orientali, come il mazdaismo e il buddismo. 
		Ancora oggi il culto del magi non è dimenticato, la leggenda narra che i 
		resti mortali dei Re Magi furono recuperati in India da Sant'Elena e poi 
		portati a Costantinopoli.  
		Nel 1034 pare che queste reliquie fossero trasportate a Milano in 
		un'arca e depositate nella chiesa di Sant'Eustorgio, ricca di simbolismi 
		legati ai tre re e ancora oggi luogo di pellegrinaggio.  
		 
		La simbologia dei doni dei Re Magi 
		 
		I doni dei Magi hanno un significato: fanno 
		riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina. 
		Il significato di oro, incenso e mirra è dunque questo: l'oro perché è 
		il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, l'incenso, come 
		testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio, la 
		mirra, usata nel culto dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo, 
		mortale. 
		Dai doni dei Re Magi a Gesù, proviene la tradizione di portare dolci e 
		giocattoli ai bambini: questa tradizione si incrocia con la leggenda 
		della Befana che racconta come i Re Magi, durante il viaggio verso 
		Betlemme, si fermarono alla casa della vecchietta e la invitarono ad 
		unirsi a loro. 
		La Befana declinò l'invito e lasciò partire i Magi da soli, ma poi 
		ripensandoci, decise di seguirli. 
		Non riuscendo a ritrovarli, nel buio della notte, da allora, lascia a 
		tutti i bambini un dono, sperando che fra quei bambini ci sia Gesù.  
		 
		La tomba dei Re Magi 
		 
		Meno conosciuta è la sorte 
		dei re Magi dopo la loro morte. 
		Una cronaca dell'epoca (IV secolo), riferisce che le sacre reliquie, 
		risposte dentro una cassa di legno, avvolti in tessuti intrisi di 
		profumi e di mirra, vennero portati a Milano nella chiesa di 
		Sant'Eustorgio al ritorno da un suo viaggio a Costantinopoli. 
		I corpi dei Re Magi erano intatti, essendo stati trattati con balsami e 
		spezie, e mostravano dal volto e dalla capigliatura età differenti: il 
		primo sembrava avere 15 anni, il secondo 30 e il terzo 60 anni. 
		L'antica chiesa dove la tradizione vuole che fosse battezzato San 
		Barnaba, il primo vescovo della città, venne ampliata dal vescovo 
		Eustorgio per ospitare la reliquia che venne riposta in un'arca romana 
		di marmo sormontato dalla stella e dalle tre corone, con l'epigrafe "Sepulcrum 
		trium Magorum”. 
		 
		Le avventure delle reliquie dei Re Magi 
		 
		La testimonianza della custodia nella Chiesa di Sant'Eustorgio a Milano 
		si trova nella iscrizione di antichissima data, sul lato sinistro (guardando 
		la facciata della chiesa), che dice:"Basilica Eustorgiana titulo Regibus 
		Magis” che attesterebbe la presenza dei corpi dei Re Magi. 
		Inoltre, la chiesa ambrosiana, nel calendario e nei libri liturgici, di 
		prima del X secolo, viene chiamata Basilica dei Re. 
		Nel 1164 durante l'assedio di Federico Barbarossa, i resti dei Re Magi 
		furono trafugati e trasportati a Colonia, dove venne costruita una 
		bellissima Basilica per contenerli e dove ora riposano. 
		Grande fu lo sconforto dei cittadini alla notizia e Milano tentò più 
		volte di riaverle, ci provò anche Ludovico il Moro nel 1434 ma 
		inutilmente.  
		Solo il cardinal Ferrari, agli inizi del secolo scorso, riuscì ad 
		ottenere parte delle ossa ora collocate in un prezioso tabernacolo sopra 
		l'altare dei Magi.  |